By Hossein Fayaz.
La legge elettorale di uno Stato democratico deve garantire che i cittadini abbiano la possibilità di scelta, tramite le primarie ed il confronto tra i candidati sindaci per ognuno degli orientamenti politici presenti sul territorio. Bisogna poter selezionare prima un candidato giusto, ed inseguito eleggere un Sindaco credibile.
Il candidato sindaco ideale è una persona nativa o da decenni residente in luogo, non coinvolta in alcun conflitto di interessi e progetti urbanistici in corso, competente, onesta e disponibile a pieno tempo ad impegnarsi in Comune. Inoltre, non deve avere condanne penali, anche di primo grado, e non deve aver ricoperto più di due mandati di consigliere comunale.
Non si può lasciare la scelta dei candidati sindaci e la formazione delle liste elettorali nelle mani dei soliti esponenti del partito trasversale del mattone. Altrimenti, avremo una città sempre meno vivibile, più cementificata, più inquinata e con un Comune più addebitato e le tasse comunali più alte da pagare. Non una città, ma un immenso quartiere dormitorio, con centinaia di nuovi appartamenti vuoti, e tanti altri approvati e mai costruiti. Per non parlare del mercato immobiliare completamente saturo e fermo a danno dei quasi ottanta per cento delle famiglie residenti. Molti cittadini, con tanti sacrifici hanno investito i loro risparmi di una vita di onesto lavoro nell’acquisto di una abitazione. Spesso, oltre all’impiego dei risparmi, sono stati costretti ad impegnarsi con le banche, stipulando mutui multi decennali. Investimenti bloccati nel caso di bisogno alla realizzazione per eccessiva offerta delle abitazioni. Una situazione insostenibile, eredità delle politiche e delle deliberazioni insensate degli ultimi venti – trent’anni in molti Comuni d’Italia ed in particolare nella Provincia di Rimini.
Occorre creare le condizioni per un congiungimento pianificato e organizzato dei cittadini nelle principali decisioni riguardanti il futuro del territorio dell’intera provincia, perché i problemi ambientali ed economici sono sistemici, richiedono il contributo di tutti i Comuni e non possono essere risolti solo nell’ambito di un solo Comune. L‘obiettivo è il raggiungimento di un livello elevato di vita per tutti i cittadini.
L’attuazione della democrazia è compito fondamentale dello Stato democratico attraverso adeguate leggi elettorali nazionali e locali. Purtroppo, in Italia, negli ultimi decenni, in nome della stabilità e della governabilità, sono state approvate o prospettate leggi del tipo “Porcellum” o “Italicum”, che, in termini di garanzia di una rappresentanza democratica ampia e sostanziale, sono evidentemente carenti.
Per consolidare la democrazia, occorre avere dei partiti politici presenti e radicati sul territorio, capaci di assicurare la realizzazione dei diritti descritti nell’ articolo 49 della Costituzione: “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Gli attuali partiti politici, spesso sono cartelli elettorali, non sono presenti stabilmente sul territorio e risultano privi dei luoghi, delle strutture e dei meccanismi attraverso i quali i cittadini possano aggregarsi ed esprimere “con metodo democratico” esigenze, istanze e indicazioni. Si fanno vivi in due occasioni: nelle tornate elettorali, per chiedere il voto del cittadino e beneficiare dagli innumerevoli vantaggi di questo “dono”, oppure per la difesa ad ogni costo di loro leader o di privilegi. Se un partito o movimento politico non ha le regole statutarie e modalità di funzionamento democratiche al suo interno, ed è retto -da qualcuno o da un gruppo dirigente- con metodi padronali e autoritari, non ha titolo e legittimazione per difendere e arricchire la democrazia nel Paese.
Ci sembra fondamentale stabilire la credibilità del candidato Sindaco e di tutti i membri della sua lista. Sarà un esame difficile da superare per i candidati e una scelta impegnativa per gli elettori. Solo attraverso il metodo democratico delle primarie, organizzate tra ognuna delle tre forze politiche emerse dalle ultime elezioni parlamentari, il rischio delle imposizioni e della scelta di persone sbagliate diminuisce drasticamente.
In queste principali forze politiche, anche se, di fatto, come organizzazione sul territorio sono scarse o in molti Comuni inesistenti, si possono trovare persone che non abbiano conflitti d’interessi, che non facciano parte del partito trasversale del mattone – che a scapito della grande maggioranza della popolazione, letteralmente hanno riempito di cemento il territorio comunale in questi ultimi vent’anni –, che non abbiano altri due, tre impegni e lavori, che possano dedicarsi a tempo pieno al Comune, che siano capaci e soprattutto onesti e che credano realmente alla democrazia e alla partecipazione dei cittadini alle decisioni.
Con le primarie cittadine per scegliere il candidato sindaco, si eviterebbero situazioni come quelle che si sono verificati il 6 e il 7 maggio 2012 nel Comune di Coriano situato nella Provincia di Rimini. In quell’occasione, poiché diverse forze politiche di centro sinistra non hanno accettato il dettato dei maggiorenni del Partito Democratico per il candidato sindaco, si sono presentati sei candidati sindaci e Domenica (Mimma) Spinelli candidata del centro destra, con soli 1.832 voti (37,6%) su 5.136 votanti in un Comune di 10.291 abitanti, ha vinto le elezioni. Ovvero, una formazione politica, con il consenso di circa un quarto degli aventi, il diritto di voto, è andata a occupare due terzi dei seggi del Consiglio Comunale di Coriano. Una formazione che grazie alla legge elettorale “Porcellum” dei Comuni con meno di 15.000 abitanti, dove non c’è il doppio turno quando nessuna lista ottiene il 50% più uno dei voti, in teoria avrà il governo assoluto del Comune per i seguenti cinque lunghi anni.
Invece, nei Comuni con più di 15.000 abitanti, fortunatamente, potrebbe esserci il secondo turno elettorale, tra i due candidati maggiormente votati.
Ci sembra opportuno che i cittadini per coagularsi attorno ad un candidato vincente emerso dalle primarie, indipendentemente dalle loro tendenze politiche, per il bene comune andrebbe concordato un programma minimo sulle cose da fare: la riforma dello Statuto Comunale per avere maggiore democrazia e partecipazione in Comune, il regolamento dei Referendum Comunali Quota-zero, l’eliminazione degli sprechi, il controllo delle spese e la riduzione dei debiti per abbassare la pressione fiscale comunale; fermare il consumo del territorio e la cementificazione selvaggia e altre questioni d’interesse generale degli elettori come la sanità e le scuole pubbliche.
Per quanto riguarda i cittadini elettori, spesso non informati o peggio ancora disinformati, ma consapevoli che, oltre al voto ogni cinque anni, non hanno alcun altro strumento per incidere sulle decisioni; essi preferiscono, per lo più, purtroppo non partecipare alla vita politica del proprio Comune. Organizzare le primarie per la scelta del candidato sindaco delle coalizioni politiche, è un prezioso momento di autentica partecipazione popolare, ed è un’occasione unica per capire bene a chi votare.
© Hossein Fayaz Torshizi.
Morciano di Romagna (Rimini), 8 giugno 2021.

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